Testimonianza notturna di Alejandra (Madrid)
Sono Alejandra Diez Bernal di Madrid. Sono stata invitata a questo pellegrinaggio dalla mia amica Caterina, la quale mi hanno chiesto di raccontarvi il mio percorso fino a quando ho scoperto che posso riconoscere in tutte le circostanze una preferenza che mi fa capire che io sono unica.
Sono malata di cancro, un sarcoma sinoviale diagnosticato nel febbraio 2014. E c’è la metastasi di venti tumori al polmone. Non c’è guarigione.
Io non volevo parlare della mia malattia con nessuno. Ma a maggio 2015, un incontro con don Julián Carrón mi ha cambiato la vita. «Vado da lui e gli dico: “Carrón, sono Alejandra, non mi conosci ma voglio dirti che sono molto grave...”. E mi sono messa a piangere. Lui mi risponde: “E qual è il problema?”. Io ho pensato che non capisse più lo spagnolo. Gli ho ridetto: “Carrón, sto per morire, e ho molta paura...”. Lui, guardandomi negli occhi, con uno sguardo pieno di pace, mi ha detto: “Alejandra, qual è il problema? Tu vai al compimento della vita. Tu vai prima di noi, ci precedi, io verrei con te, ora!”. Io lì ho visto che per lui era vero, che diceva la verità. Ero sotto shock, perché mai nessuno mi aveva parlato così. Era la prima volta che incontravo qualcuno che era la Resurrezione fatta carne.
Ho continuato a dirgli, “va bene ma ho paura di soffrire”, e lui mi ha detto: “non avere paura. Nel momento della sofferenza tu vai a sperimentare la preferenza di Dio, uguale a un figlio che capisce di più l’amore della mamma quando ha problemi. Non avere paura, grazie per la tua testimonianza”.
Oggi, tredici mesi dopo, ho fatto esperienza che di fronte a tutto posso dire “Ma qual è il problema”, perché sperimento la vicinanza di Dio attraverso mille fatti, che mai accadono per caso ma per la Sua provvidenza che si prende cura di me ogni secondo e mi fa stare a guardare quello che succede intorno a me. E ha cambiato la mia paura in una commozione di fronte a quello che succede.
Il nostro bisogno infinito va oltre la malattia, oltre i problemi, oltre la morte di ciascuno di noi. Solo l’Eterno può abbracciare questo bisogno sterminato.