di Luigi Giussani
Il Santo Rosario, la preghiera più diffusa che la tradizione popolare ci abbia consegnato, ha consacrato nei secoli l'aspetto piu umile della vita della Madonna. Recitandolo, e come se la figura di Maria si imponesse nel suo aspetto piu semplice e piu nascosto.
Ma nel proporvi di vivere il Rosario con una riscossa particolare della coscienza di quello che e la Madonna nella vita dell'uomo e del mondo, sono soprattutto guidato dall'impressione piu forte che ho avuto nel viaggio in Terra Santa. La cosa che piu mi ha stupito e mi ha come reso immobile nello spirito - immobile nel senso dello stupore - e stato quando ho visto la piccola, restante casa-grotta in cui viveva la Madonna e ho letto una targa di nessun conto su cui era scritto: Verbum caro hic factum est, il Verbo si e fatto carne qui. Sono rimasto come pietrificato dall'evidenza improvvisa del metodo di Dio, che ha preso il niente, proprio il niente.
MISTERI DOLOROSI
Martedi e Venerdi
La Madonna sentiva che la creatura che aveva in seno sarebbe dovuta, un giorno, morire - e questo ogni madre, cercando di non pensarlo, lo sente -, ma non che sarebbe risorto. Questo e l'avvenimento che unicamente e paragonabile al mistero dell'inizio; come si e formato il seme dentro il suo seno, cosi, raggiunta la maturità del tempo, sarebbe risorto; quell'uomo sarebbe risorto. Ma lei non lo sapeva. "Avvenga di me secondo la tua parola" sulla bocca della Madonna e lo stesso che: "Signore, sia fatta la tua volonta" sulla bocca di Cristo. La corrispondenza tra l'Angelus e la Croce e nel fatto che tutti e due dicono: "Avvenga di me secondo la tua parola". E' il gesto dell'obbedienza nella sua essenzialita pura. La sua essenzialità pura fa strappare da qualche cosa che Dio chiede, per passare attraverso una croce e una resurrezione da cui scaturisce una fecondita senza limite, una fecondita col limite del disegno di Dio. La fecondità scaturisce dalla verginita. Non si puo concepire la verginità che cosi.
1. Gesu nell'orto degli ulivi
«Ora l'anima mia e turbata; e che devo dire: "Padre, salvami da quest'ora"? [di fronte al pensiero del sacrificio, di fronte al pensiero della morte, del rinnegamento di se
]. Ma per questo sono giunto a quest'ora».
Per questo, per questa condizione sono stato scelto, chiamato, educato amorosamente dal mistero del Padre, dalla carità del Figlio, dalla luce calda dello Spirito. Ora l'anima mia e turbata, e che devo dire: "Padre, salvami da quest'ora"? Tira via questa condizione, Padre, tira via questa condizione
devo dir questo?". Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora! Cosi potro dire alla fine: "Padre, glorifica il tuo nome [glorifica la Tua volontà, avvera, realizza il tuo disegno], che io non comprendo [perche non comprendeva la grande ingiustizia]. Padre, glorifica il Tuo nome davanti al quale io sono in timore e tremore, in obbedienza, cioe in amore: la mia vita e il Tuo disegno, e la Tua volontà".
Quante volte - pregando lo Spirito e la Madonna - dovremo rileggere questo brano per immedesimarci con l'istante piu lucido e piu affascinante nel quale la coscienza dell'uomo Cristo, Gesu, si e espressa; la si puo sorprendere, dai suoi recessi piu profondi fino ai picchi piu alti del suo esempio di amore all'Essere, di rispetto all'oggettivita dell'Essere, dell'amore alla sua origine e al suo destino e al contenuto del disegno del tempo, della storia. «Padre, se e possibile, che io non muoia; pero non la mia ma la tua volonta sia fatta». E' la suprema applicazione del nostro riconoscimento del Mistero, aderendo all'uomo Cristo inginocchiato e grondante sangue dai pori della pelle nell'agonia del Getsemani: la condizione per essere vero in un rapporto e il sacrificio.
2. Gesu flagellato alla colonna
La compagnia dell'Uomo-Dio alla nostra vita e diventata tragedia, inconcepibile, inimmaginabile, che sfida l'immaginazione di chiunque. In tutti i secoli della storia non si puo immaginare - neanche per gioco, fosse una fiaba - una tragedia piu grande di questa: la compagnia di Dio fatto carne dimenticata, oltraggiata dall'uomo; tragedia che nasce dal cinismo delle nostre istintività perseguite. Si danno convegno attorno a questo "legno", la cattiveria dell'uomo che vien meno alla chiamata dell'Infinito, i disastri che questo delitto provoca, cosi che la morte dell'Uomo-Dio e la somma e il simbolo di tutti questi disastri. E, nello stesso tempo, pure si dà convegno la potenza irresistibile di Dio, perche proprio quel supremo disastro, quella cattiveria diventano strumento per una vittoria e per una redenzione di essa. Questo e l'enigma che Dio mantiene nella vita, perche questo grande disegno di bontà, di saggezza, di sapienza e di amore deve essere prova, deve attuare l'idea di prova. Perche prova? Perche il mondo e nel male, il mondo e posto nel Maligno.
3. Gesu coronato di spine
Quella piccola testolina che la Madonna, come ogni madre davanti al figlio neonato, avrà stretto senza stringerla, accarezzata con delicatezza come fa ogni madre, guardata con stupore e con ammirazione, sarebbe dovuta essere incoronata di spine. Salve, caput cruentatum. Come la Madonna risentiva in se questo male del mondo, senza dettaglio e senza accuse, ma come dolore già sterminato che doveva culminare nello sguardo alla morte di suo Figlio!
4. Gesu sulla via del calvario
Dio venuto tra gli uomini va al patibolo: sconfitto, un fallimento; un momento, una giornata, tre giornate di nulla, in cui tutto e finito. Questa e la condizione, la condizione del sacrificio nel suo significato piu profondo: sembra un fallimento, sembra di non riuscire, sembra che gli altri abbiano ragione. Il rimanere con Lui anche quando sembra che tutto finisca o sia finito, rimanergli accanto come ha fatto Sua Madre: solo questa fedeltà ci porta, presto o tardi, all'esperienza che nessun uomo al di fuori della comunità cristiana può provare nel mondo: l'esperienza della Resurrezione. E noi siamo capaci di lasciarlo per altro amore questo Cristo che si inoltra nella morte per salvarci dal male, cioe affinche noi cambiamo, perche il Padre eterno rigeneri in noi quello che il delitto della dimenticanza ha surclassato! Quest'uomo che si avventa sulla croce per brandirla, per abbracciarla, per inchiodarvisi sopra, per morire, una cosa con quel legno, "lasceremolo noi per altro amore"? Si svena quell'Uomo per noi e noi dobbiamo lasciarlo per altro amore?
5. Gesu muore in croce
Noi siamo peccatori e la morte di Cristo ci salva. La morte di Cristo fa diventare bene qualsiasi nostro passato, ma il nostro passato e pieno d'ombra che si chiama peccato. Ed e la morte di Cristo che ci salva. Non si può riconoscere Cristo in croce senza immediatamente capire e sentire che questa croce deve toccare noi, che non possiamo fare piu obiezione al sacrificio; non c'e piu obiezione al sacrificio da quando il Signore e morto. Proprio attraverso il nostro sguardo fisso sulla croce - dove e Colui che ci guarda con l'occhio fisso dell'eternità, fisso di pietà e di volontà di salvezza, avendo pietà di noi e del nostro nulla -, attraverso lo sguardo fisso alla croce, diventa esperienza di redenzione quello che sarebbe una cosa cosi estranea da sembrare a noi astratta, arbitrariamente creata.
E' fissando la croce che noi impariamo a percepirne sperimentalmente l'invadente Presenza e l'ineluttabile necessito di grazia per la perfezione della nostra vita, per la gioia della nostra vita. E' nella Madonna che la adorazione del nostro cuore trova il suo esempio e la sua forma. Infatti non fu appena per Cristo la condizione della croce: la morte di Cristo in croce salva il mondo non isolata in se stessa. Non e da solo che Cristo salva il mondo, ma e con l'adesione di ognuno di noi alla sofferenza e alla croce. Lo dice S. Paolo: «Io compio nella mia carne d'uomo i sacrifici che mancano alla croce di Cristo, alla passione di Cristo». Con te, o Maria, riconosciamo che non e castigo la rinuncia che e chiesta alla nostra vita, ma condizione per la salvezza di essa, per l'esaltazione di essa, per l'incremento di essa. Maria, fa' si che la nostra offerta, l'offerta della nostra vita aiuti il povero mondo, questo povero mondo, ad arricchirsi nella conoscenza di Cristo e a gioire nell'amore a Cristo.